Firenze, 14 aprile 2010 - Il Comune rinuncia al progetto, protestano i genitori. "Ci hanno detto che i nostri ragazzi verranno appoggiati in luoghi che ospitano altre disabilità. Forse strutture per anziani". La creazione della residenza era già finanziata dalla Regione: "Quando noi non ci saremo più dove saranno i nostri figli?" chiede l'Aiaba
di FRANCA SELVATICI
Nel 2003 Comune e Asl si impegnarono a realizzare una struttura per l'autismo. Si pensò prima a un centro al Cionfo, poi a Villa Maria all'interno dell'ex ospedale psichiatrico di San Salvi, infine a Villa Bracci a Rovezzano: la Regione stanziò un milione e 200 mila euro, il Comune era d'accordo, l'Ipab Sant'Ambrogio avrebbe trovato i soldi attraverso la vendita di terreni a Lastra a Signa, restava da chiarire come finanziare la gestione. Con la nuova giunta questo percorso si è interrotto. Ai genitori è stato spiegato che i tagli del governo impongono di accorpare i servizi. Si prospetta la possibilità - spiegano Aldo Fornaciai e il vicepresidente della Aiaba Piero Perciballi - "di appoggiare i nostri ragazzi autistici in luoghi con altra disabilità". "L'assessore Stefania Saccardi è stata molto disarmante. C'era un percorso già individuato. Ora viene messo in discussione. Io non ho più le forze", sospira Fornaciai.
"Gli esperti - spiega Perciballi -parlano dell'atismo come di una malattia che ha un percorso definito e necessita di cure appropriate. Mettere un autistico di 40 anni in una residenza per anziani significa esporlo a una regressione drammatica e violenta".
Da anni l'Aiaba affina le proprie conoscenze sull'età evolutiva: "E' fondamentale cominciare a lavorare sul bambino. I risultati sono esponenzialmente maggiori".
Il punto sulla attività sarà fatto venerdì in un convegno all'Hotel Mediterraneo: "Autismo: percorsi di vita". Attualmente l'Aiaba offre in una struttura di Settignano prestazioni riabilitative in regime semiresidenziale a 22 persone con disturbi autistici di età compresa fra i 17 e i 45 anni. Inoltre l'associazione segue 9 bambini e ragazzi fra gli 11 e i 16 anni, che - restando al palo la realizzazione del progetto di residenza a Villa Bracci - non possono essere accolti nella struttura di Settignano ormai satura. Per loro è stato avviato, con l'aiuto e il finanziamento della Regione, un progetto sperimentale in un centro dell'Antella. Il programma è intenso.
Prevede attività abilitative di gruppo interne (come giochi interattivi, musica, lettura di fiabe, cucina) ed esterne (come passeggiate, spesa, uso dei mezzi pubblici, per evitare il rischio dell'isolamento istituzionale), e poi pittura, teatro, pet-therapy, nuoto, equitazione, palestra. Un impegno costante per stimolare i ragazzi e assisterli in particolare nel delicato passaggio che segue la fine dell'esperienza scolastica, in genere al termine delle medie, per spingerli a reagire e ad uscire dal loro guscio. Tutto drammaticamente inutile se fallisse il progetto di un centro in grado di seguirli nell'intero percorso di vita.
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