Interviste
di Stefania Terracciano

Dottoressa Lembo, nonostante i suoi numerosi impegni professionali, ha accolto la nostra proposta di collaborare con 'iocresco.it'. Siamo certi che il suo contributo farà luce sul percorso incerto di chi approda in questa realtà.

Come analista comportamentale certificata (BCABA) presso la Commissione per la certificazione di analisti comportamentali (BACB), lei si occupa di bambini, adolescenti e giovani adulti con disturbi dello Spettro Autismo (ASD= Autism Spectrum Disorders) e altre sindromi.

•    Potrebbe parlarci del suo iter professionale e delle aree di suo interesse?
Dalla metà degli anni '90, attraverso specifici percorsi accademici e la mia stessa carriera professionale - entrambi condotti in diverse nazioni - ho acquisito conoscenze e competenze rilevanti per formulare e applicare concrete strategie di intervento basate sui principi dell'Applied Behavior Analysis (ABA = Analisi comportamentale applicata), oltre alla competenza per poter formare genitori, operatori e insegnanti.
Le aree di specializzazione da me approfondite sono: l'insegnamento al comportamento verbale (VB=Verbal Behavior), la gestione di problematiche comportamentali, l'implementazione di strategie di comunicazione in Augmentative Alternative Communication (AAC) e di tecniche di motricità orale.
L'attuale sviluppo per definire nuove soluzioni alle problematiche legate al mondo della disabilità, in continuo progresso, è il motivo per cui il mio approccio di lavoro si basa su un intervento diretto e sul dialogo costante con specialisti dell' arena scientifica e pionieri dell'arena accademica, oltre l'apporto delle molte persone che vivono la difficoltà.

•    Dottoressa Lembo, quali consigli offrirebbe ad un genitore di un bambino con una diagnosi di Autismo?
Nella mia esperienza con i tanti genitori incontrati, ho spesso notato profonde difficoltà ad accettare la diagnosi. Tale rifiuto può spesso indurre ad un'intensa ricerca della diagnosi "desiderata" oppure alla negazione totale della stessa.
Comprendo e sostengo la necessità di chiedere più di un parere medico, tuttavia ho spesso registrato un ritardo notevole nell'intervenire, a causa dei tempi necessari alla ricerca della diagnosi "desiderata".
Le ricerche dimostrano risultati più efficaci e a lungo termine, quando l'intervento inizia in età precoce (McEachin, J.J., Smith, T., & Lovaas, O.I. (1993). Long-term outcome for children with autism who received early intensive behavioral treatment. American Journal on Mental Retardation. 97, 359-372), tuttavia, il lavoro con coloro che non hanno avuto l'opportunità di iniziare un intervento in età precoce (adolescenti, giovani adulti o bambini in età scolare), mostra comunque risultati apprezzabili ottenuti attraverso l'approccio comportamentale.
Nel momento della diagnosi sarebbe fondamentale prendere decisioni e delineare piani di azione appropriati, ma è anche un momento delicato in cui emozioni contraddittorie possono avere il sopravvento. Lo shock e la delusione che ne conseguono, pur essendo sentimenti naturali ed umani, talvolta possono paralizzare la speranza e l'ottimismo, indispensabili per una visione più coerente della realtà, per poter prendere decisioni ponderate e per un buon esito della terapia scelta.

•    Esiste confusione tra i diversi interventi comportamentali esistenti, oltre che nelle singole definizioni quali consigli dare per comprendere le differenze tra TEACCH, DIR, RDI, Lovaas, ABA, ABA/VB, etc.?
La domanda è piuttosto vasta e interessante. Di fatto vi è poca chiarezza sia nella definizione sia nell'applicazione dei diversi approcci tra terapisti, operatori, insegnanti e genitori. L'aver studiato ed applicato i diversi interventi citati, mi aiuta a delineare le principali analogie e differenze, che ora approfondiremo insieme in modo analitico, evidenziandone punti di forza ed eventuali limiti, con l'obiettivo di chiarire sempre di più le differenti opportunità di intervento.
•    Il TEACCH (Treatment and Education of Autistic and Related Communication-Handicapped Children) è stato sviluppato dal dott. Eric Schopler presso l'Università del North Caroline negli anni '70. Solitamente vengono svolte attività specifiche attraverso modalità similari con un frequente uso di contenitori e un rapporto1:1 (educatore/bambino) in un ambiente molto strutturato con aree ben definite e separate. Tale approccio si fonda in gran parte su un apprendimento di tipo visivo attraverso l'uso di simboli e/o fotografie e schede visive delle attività proposte. Le ricerche hanno dimostrato che tale approccio trascura gli aspetti comportamentali, della relazione sociale e della comunicazione intraverbale e verbale vocale. Un programma TEACCH è meno intenso di un programma ABA/VB. Il TEACCH si focalizza maggiormente su abilità di tipo cognitivo e occupazionale. A differenza dell'ABA, tale approccio non offre una raccolta sistematica dei dati e studi a lungo termine.

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