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flauto bimboUna procuratrice legale di Santo Spirito ed un avvocato di Bari vincono il ricorso

di Gaetano Macina

Giustizia è stata fatta nei confronti delle famiglie di disabili gravi che avevano presentato un ricorso al Tar Puglia per l’annullamento di una  parte del regolamento regionale pugliese per la determinazione delle fasce di esenzione dal ticket per l’accesso ai servizi dei centri diurni.

Infatti, i giudici del Tar della Puglia, hanno annullato, con la sentenza n. 169/2012, i ticket sociali imposti dalla normativa regionale a carico di disabili gravi perché non conformi ai  principi della normativa nazionale”. In sostanza il Tar ha annullato quella parte di regolamento regionale sulle esenzioni dal ticket per l’accesso ai servizi dei centri diurni da parte delle famiglie dei disabili gravi laddove si prevedeva come riferimento il reddito familiare incluse le somme non fiscalmente rilevanti, quali l’indennità di accompagnamento dell’Inps, le pensioni di invalidità, le rendite Inail.

Il ricorso era stato presentato da alcuni utenti e loro familiari, e dal sindacato Sfida (Sindacato famiglie italiane diverse abilità) contro le linee guida del Comune di Bari, ispirate alla disciplina della stessa Regione. Regione e Comune di Bari, inoltre, sono stati condannati a pagare 3 mila euro di spese.

Il regolamento regionale aveva stabilito tre fasce di reddito ai fini dell’esenzione: 7mila e 500 euro quale soglia di gratuità, e 30mila euro come limite oltre il quale la retta era a totale carico della famiglie. La Regione però non aveva  tenuto conto dei disabili cosiddetti gravi ,per questi aveva fatto riferimento alla situazione del singolo ma rapportandola a quella della sua situazione familiare, inserendo quindi nei calcoli anche quei redditi non fiscalmente rilevanti (assegni invalidità accompagnamento, ecc.). Ed è stato esattamente questo il principio bocciato dal Tar.

Per quanto riguarda Bari, invece, il Comune aveva individuato nel range tra 7.500 e 30 mila euro altri quattro criteri (oltre a quelli regionali), ma non aveva tutelato quei singoli disabili gravi comunque tutelati anche dal regolamento regionale.

La cosa più grave è che non era stato previsto sia dalla Regione che dal Comune  casi di rilevanza della situazione del solo assistito, omettendo così di operare una valutazione e una distribuzione delle risorse diverse per i casi di disabilità più grave”.

Alcuni famigliari dei disabili in questione soddisfatti della sentenza del TAR che ha reso giustizia alle loro istanze hanno voluto sottolineare e precisare  alcuni aspetti della vicenda soprattutto riguarda la parte iniziale dell’iter del procedimento al TAR.

Sin dal 2009, riferiscono,  numerose famiglie di disabili, utenti di centri diurni, dinanzi alle pressanti richieste della Regione e del Comune di Bari, nonché degli stessi centri diurni, di partecipazione alla spesa, si rivolsero alla procuratrice legale Francesca Delvecchio di Santo Spirito perché esaminasse la questione dal punto di vista legale. A questo punto la Delvecchio  unitamente all’avv. Giuseppe Violante  ritenendo fondate e legittime le loro lamentele, presentarono  ricorso al TAR Puglia, che, con la sentenza succitata è stato accolto, annullando le delibere regionali e comunali in questione.

Sempre i famigliari dei disabili fanno riferimento  alle riserve formulata dai dirigenti del Comune di Bari sulla Sentenza del TAR che avrebbero asserito che la sentenza   sarebbe vanificata dal recente Decreto Monti "salva Italia". Gli interessati hanno voluto chiarire  che tale decreto indica solo linee guida e demanda ad un successivo provvedimento per la definitiva approvazione e quindi la sentenza del TAR Puglia  è vincolante ed esecutiva a tutti gli effetti di legge.

® http://www.barilive.it  - 02 febbraio 2012

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